NICCOLÒ CENTIONI, "RUDI CESARONI" A FATTITALIANI: "SONO FOLLE... ADORO LA MUSICA E LE RAGAZZE". L'INTERVISTARudi (Niccolò Centioni), Jolanda (Giulia Luzi) e Budino (Claudio Bonini), ossia tre dei personaggi più divertenti della fiction "I Cesaroni", sono sbarcati a teatro e con lo spettacolo "Gli imprevedibili ragazzi de I Cesaroni" sono stati all'Ambra della Garbatella fino all'8 gennaio scorso. Nella rappresentazione i personaggi escono fisicamente... dalla televisione: divertenti, allegri, anche fuori dallo schermo. Apparentemente, quindi, tutto sembra essere rimasto uguale: stessa scuola, stessa bottiglieria, stesse vecchie abitudini... Fattitaliani ha intervistato Niccolò Centioni.
Quanto stai "crescendo" professionalmente con lo spettacolo teatrale di replica in replica?
Da quando ho iniziato il percorso teatrale sono cresciuto spaventosamente. Sul palco non c'è spazio per l'incertezza, hai solo una possibilità. Riuscire a ricordare, imparare a giocare con la propria parte anche andando fuori copione, superare la paura del risultato immediato. Aspetti l'applauso e hai paura che non arrivi. E quando arriva ti carichi così tanto che vai come un treno. Il teatro è la più grande scuola di recitazione e spero di farne ancora. Mi piacerebbe un ruolo drammatico la prossima volta.
Il personaggio di Rudi ne "I Cesaroni" ti va assomigliando sempre più o al contrario si sta maggiormente differenziando da te?
Il pubblico pensa sempre che nella vita sei come il personaggio che interpreti. Rudi è un ragazzo che ha perso la madre quando era bambino. Oggi vive i meccanismi di una famiglia allargata. Da bambino si divertiva con gli scherzi e i dispetti tipici fra compagni di scuola e fratelli o sorelle. È diventato un adolescente che ama la musica, le canzoni, le ragazze. È cresciuto. Io sono sicuramente un folle. Adoro giocare, ridere, scherzare, ma amo anche tanto isolarmi con i miei pensieri e la mia chitarra. Adoro anche io la musica... e le ragazze!
Hai cominciato da bambino a recitare: ricordi la tua "prima volta"?
Da bambino tutto diventa un gioco. Non sempre riuscivo stare dietro agli schemi. I grandi mi hanno aiutato molto. Ricordo che a "Chi ha incastrato Peter Pan" mi sono divertito moltissimo, ma al momento di entrare in studio mi vergognavo da morire davanti a tutta quella gente!
Secondo te, in che cosa consiste oggigiorno l'imprevedibilità dei ragazzi della tua età?
L'imprevedibilità credo sia una forma di originalità in sostanza. Oggi, più che mai, il futuro è imprevedibile e anche i giovani si sono dovuti adattare. Quello che studi, forse, non serve. Quello che mangi, forse, fa male. Quello che sogni, forse, non si avvera. E allora ti devi inventare qualcosa e questo rende tutti splendidamente imprevedibili.
La tua carriera ti ha comunque permesso di rimanere ancorato alle amicizie e alle idee di prima...?
È dura. Con i Cesaroni sono impegnato nove mesi l'anno e siamo alla quinta serie. Molte amicizie le perdi per forza, ne arrivano di nuove ed io sono sempre molto felice di conoscere gente nuova. Qualcuno è rimasto, ma sono proprio pochi. Le idee si modellano crescendo, ma di base restano sempre le stesse. Quello che sono oggi è il risultato delle mie idee del passato.
Il tuo rapporto con i tuoi genitori ti ha aiutato a "gestire" quelli con i genitori della fiction?
Diciamo che con quelli della fiction è tutto più semplice. Quando ci devi litigare è perchè qualcuno lo ha scritto! Claudio Amendola ed Elena Sofia Ricci sono per me due punti di riferimento importanti sul set. Passo più tempo con loro che con i miei genitori naturali. E non sai quante volte mi riprendono quando sbaglio! Quando ero più piccolo, Elena Sofia, mi prendeva in braccio e mi spiegava dove sbagliavo. Come quando mangiavo i biscotti di scena sul tavolo e Claudio si arrabbiava perché, giustamente, pretendeva rispetto per chi quel tavolo lo aveva preparato per lavoro... Claudio lo adoro. Giovanni Zambito.
Fonte:
http://www.fattitaliani.it/index.php?mact=...turnid=102&_rdr
