| La sera successiva, Marco -dopo una giornata tremenda- poteva finalmente rilassarsi. Aveva in mano una birra e -spaparanzato sul letto- aveva acceso la televisione, poi aveva guardato verso la finestra e aveva notato che quella sera c’era l’eclissi lunare che vedeva splendidamente dalla sua stanza. Un messaggio ad Eva. “stasera c’è l’eclissi. Dalla mia stanza si vede benissimo. Penso a te. vorrei stringerti forte.” Si era alzato ed era andato vicino alla finestra per contemplare meglio quello spettacolo. Poi era ritornato a spaparanzarsi sul letto. Da quando stava nel reality, era fuori dal mondo. Quella sera aveva voglia di notizie. Per tutto il giorno era stato in stato ansioso. Senza sapere perché. Aveva paura di qualcosa. Ma non sapeva cosa. Ora guardava il telegiornale.
Giornalista: Ed ora il servizio dell’incidente avvenuto ad Urbino oggi pomeriggio. Vediamo.
Marco alzò il volume e sgranò gli occhi. Un carro attrezzi stava portando via una macchina incidentata. La targa non si vedeva, ma era lo stesso colore della macchina di Eva. Carabinieri. Nastri bianchi e rossi per evitare che la gente oltrepassasse il limite. Ambulanza. E quella pioggia incessante che batteva sull’asfalto e sulle divise dei soccorritori. Marco non riusciva ad ascoltare le parole del giornalista. Mille pensieri affollavano la sua mente. Tesi e contro tesi. “E’ Eva. Ma no, mi avrebbero avvisato. Marco, non farti strani pensieri. Ora vedrai che suonerà il telefono e sarà un suo messaggio. Stai tranquillo.”
Giornalista: Si tratta di due ragazze. Ancora non sappiamo di chi si tratta. Sono vive e sono state trasportate immediatamente all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Urbino.
Marco ascoltò solo quelle parole. Provò a telefonare a casa. Niente. Non c’era nessuno. Provò al cellulare di Eva. Staccato. Alice. Rudy. Giulio. Lucia. Provò a chiamare tutti. Poi fu il turno di Carlotta.
Carlotta: Pronto? Marco: Carlotta, sono Marco. Hai sentito Eva? Carlotta: Marco, Eva…
Carlotta piangeva. Marco chiuse il cellulare e lo mise in tasca. Prese il giubbotto e uscì. Cinecittà era deserta. Uscì dal cancello e saltò sulla sua auto. Destinazione Urbino. Non aveva mai corso così tanto. Arrivò in pochissimo tempo. Erano da poco passate le 23. Lasciò l’auto ed entrò.
Marco: Scusi, cerco la ragazza dell’incidente… Caposala: E’ al terzo piano. Marco: Grazie… Caposala: Ma non può vederla ora…
Marco non aveva fatto in tempo ad ascoltare quelle ultime parole. Era già nell’ascensore. Dopo tre piani, la porta dell’ascensore si aprì. Giulio e Lucia guardarono verso Marco. Lucia si alzò asciugandosi qualche lacrima.
Marco: Grazie per avermi avvisato prima! Giulio: Chi te lo ha detto? Marco: Nessuno. L’ho sentito al telegiornale…il modo peggiore… Lucia: Scusa, non volevamo farti preoccupare. Marco: E non c’avete pensato che potevo saperlo in qualche modo. Lucia: Oh, Marco, qui il problema non siamo noi o tu. Due mie figlie stanno su un letto di ospedale. Una delle quali è in coma farmacologico. Hai idea di come sto io? Marco: Ed io? C’è la mia fidanzata lì dentro, non so nemmeno come sta! E' lei in coma? Rudy: Smettetela! Non è una gara a chi sta peggio! Eva ed Alice stanno là dentro e non sappiamo cosa sarà di loro e voi che fate? Vi mettete a litigare!
Rudy –col viso bagnato di lacrime- era in piedi davanti a Lucia, Giulio e Marco. E dopo aver urlato la sua ragione, andò via. Giulio e Lucia lo inseguirono, mentre Marco restò lì. Voleva entrare nella stanza di Eva, ma non sapeva esattamente quale fosse. Così andò dall’infermiera di turno che stava guardando la fine della sua fiction preferita.
Marco: Scusi, qual è la stanza di Eva Cudicini? Infermiera: Lei chi è? Marco: Sono il suo fidanzato. Infermiera: Mi dispiace, possono entrarci solo i parenti. Marco: Sono il suo fratellastro… Infermiera: Se continuo mi dice che è suo nonno? Marco: Senta, io starei qui tutta la notte a raccontarle la storia della mia famiglia, che –mi creda- è molto interessante, ma ho bisogno di vedere Eva. mi dice per cortesia lei dov’è o devo aprire tutte le porte e procedere per tentativi? Infermiera: Mi dispiace, ho bisogno del permesso di un suo famigliare. Marco: Andiamo, di là c’è suo padre.
L’infermiera e Marco uscirono dalla stanza e andarono verso Sergio che era seduto su una sedia e si teneva il volto tra le mani.
Infermiera: Mi scusi, c’è questo ragazzo che vorrebbe vedere sua figlia e dice di essere il suo fidanzato e suo fratello… Marco: Sergio, glielo dici tu, per favore. Devo vedere Eva. Sergio: Sì, è vero, è suo fratellastro, ma anche il suo fidanzato… Infermiera: io non sto capendo nulla…spiegatemi per favore! Sergio: Marco, vai, la stanza è la 5. Prego, si accomodi e le spiego tutto…
L’infermiera prese posto accanto a Sergio, pronta ad ascoltare quella storia altamente incasinata. Mentre Marco aprì la porta e vide Eva sul letto. Chiuse la porta alle sue spalle e si avvicinò alla sua amata. Era lei in coma? O era Alice?
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